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AUGUSTINER EDELSTOFF

  • München
  • 10 mar 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

AUGUSTINER EDELSTOFF

Chi ha già avuto occasione di leggere le recensioni di Birra Delle Lande si sarà sicuramente accorto che tendo a non fare i salti di gioia quando mi trovo di fronte un boccale di produzione più industriale, per così dire “mainstream”.

Sarà sicuramente l’abitudine all’imparagonabile qualità delle produzioni artigianali franconi che mi discosta dai marchi più commerciali dell’Alta Baviera… e dopotutto è anche normale, quando si è abituati ad una qualità artigianalmente superiore, si tende a storcere un po’ il naso di fronte a produzioni meno curate e più “contaminate”…

…ma, nonostante i concetti di qualità ed artigianalità siano perlopiù direttamente proporzionali, abbiamo potuto sperimentare anche situazioni diverse, sia di produzioni artigianali poco gradevoli, che di marchi molto noti che ancora oggi sanno appagare il palato in maniera più che soddisfacente.

La stessa München, le cui produzioni sono state indubbiamente messe alla prova dall’industrializzazione ed il turismo di ampissime proporzioni, può offrire ancora oggi prodotti di buona qualità.

Anche senza andare a scomodare singole birre stagionali, o prodotte solo in determinati locali, si possono ancora avere valide soddisfazioni, ovviamente senza eccessive pretese, da un buon vecchio Maß di Helles convenzionale.

In genere, quando mi trovo di passaggio nella grande città, se cerco una buona birra a caduta mi rivolgo all’Ayinger Im Platz con la sua Jahrhundert dal barile di legno, o se cerco una Zwickl (decisamente più rara a München) si può trovare un prodotto estremamente valido andando all’Hacker Pschorr di Theresienwiese, unico luogo di produzione della suddetta birra targata Hacker.

…ma se cerco una comune Helles, generalmente è alla storica Augustiner che mi rivolgo.

Capiamoci… abituato alle complesse e multisfaccettate Kellerbier, le comuni Helles dell’Alta Baviera tendono a darmi davvero poche soddisfazioni… citando quello che definirei il mio “mentore” nel settore, il termine “Noia” è quello che calza maggiormente con il mio stato d’animo, quando mi trovo di fronte ad una comune birra chiara nel Sud della Baviera.

Bevuta alle tavolate della Braustube principale dell'Augustiner Keller di Arnulfstraße

Ma ora non esageriamo… è vero che non si possono paragonare una tradizionale Kellerbier (o anche una buona Vollbier Francone) ed una turistica Hell monachese, ma non lasciamo che la ricerca dell’unicità ci porti ad avere la puzza sotto il naso, ciò porta pericolosamente vicini al non godersi più i piaceri di una buona bevuta, a meno di non trovarsi a meno di cento chilometri da Bayreuth o Bamberg.

Diciamocelo, basta entrare nello stato d’animo giusto, ed anche le zone più turistiche della Baviera possono offrire ottime soddisfazioni.

In questo Augustiner vanta, a buon ragione, una Helles molto piacevole, ritenuta da tanti monachesi superiore alle compagne cittadine.

La brauerei produce principalmente due tipi di birre chiare, la Vollbier (molto diversa da quelle che siamo abituati a concepire) e la Edelstoff, tradizionalmente servita (almeno così ci dicono) esclusivamente a caduta.

Augustiner Vollbier alla Braustube di Neuhauserstraße

Il locale principale di Augustiner, di grandissime dimensioni e circondato da un ampio Biergarten, si trova nel viale che costeggia il lato nord di Hauptbahnhof, a cinque minuti di cammino dalla stazione.

E’ una struttura molto bella e tradizionale, con saloni immensi e spazi per spettacoli su appositi palchi, ma è una situazione più per grandi masse e numerosi gruppi di amici rumorosi.

Per provare in tranquillità la Edelstoff ci dirigiamo dunque al locale che si affaccia sulla popolarissima Neuhauser Straße, che conduce da Karlsplatz fino a Marienplatz.

Ma prima un paio di nozioni su Augustiner… Stiamo parlando del più antico birrificio monachese, gestito, a quanto pare, fin dal 1328 dai monaci agostiniani (da qui ovviamente il nome).

Privatizzata poi nei primi anni del 1800, ha visto l’apertura di diversi locali e più spostamenti della propria produzione.

Il locale più antico è sito appunto in Neuhauser Straße… una struttura storica, ragionevolmente una delle braustube più antiche della città.

Il locale, chiaramente riconoscibile dalla sontuosa facciata, è diviso in due, birreria a destra e ristorante a sinistra, con entrate separate ma collegati all’interno.

Interno della Braustube di Neuhauserstraße, particolare del lampadario ricavato dai cerchi di una grande botte

Dispiace particolarmente, per mera dimenticanza, il fatto di non aver scattato qualche foto alla facciata della birreria, dimenticanza cui sicuramente potrò rimediare presto.

Servizio e prezzi non variano all’interno delle due zone del locale, che si distinguono solo per la finezza degli arredamenti, più ricercati nel ristorante, più semplici e spartani nella birreria.

Ovviamente è verso quest’ultima che ci dirigiamo, per cercare di vivere con più naturalezza la vita monachese nella sua più antica birreria.

Il locale è arredato come sempre con mobilio in legno scuro, ricco di numerosi particolari riconducibili alla vita rurale, come ad esempio alcuni grossi lampadari circolari ricavati da vecchie botti di enormi dimensioni, come ci spiega un anziano signore monachese seduto al nostro tavolo, il quale ha evidentemente apprezzato la nostra familiarità e disinvoltura nel rispettare il comune uso bavarese del sedersi tutti allo stesso tavolo senza tante cerimonie.

Tendone dell'Augustiner alla Frühlingsfest

Lo stesso signore ha poi decantato, con evidente e goduto campanilismo, le qualità dell’Augustiner, definendola la miglior birra di München.

Effettivamente è diceria comune che questa marca ottenga ancora oggi i maggiori consensi tra la popolazione locale, e questo signore, chiaramente e simpaticamente di parte, ne era la testimonianza vivente.

Al mio tentativo di elogiare anche la Ayinger (non considerata monachese in quanto nata e prodotta fuori dai confini cittadini) e soprattutto le birre franconi, il nostro compagno di bevute si è lanciato in una smorfia divertita tipica del più comune campanilismo, esprimendo con un sarcastico “Franken?” tutto il suo ilare sdegno in risposta alla mia affermazione. Uno dei tanti momenti divertenti e scherzosi che possono capitare quando ci si apre nei confronti dei locali, sempre pronti a fare quattro chiacchiere e due risate in compagnia, vantandosi delle proprie produzioni.

Contrariamente a quanto ricordassimo (ed alla media della città), questa particolare braustube ha prezzi decisamente più abbordabili rispetto ad altri ristoranti cittadini, sia in fatto di birre, che di vettovaglie… anche se purtroppo la nostra abitudine a prezzi e qualità francone sicuramente non aiuta.

Sta di fatto che è possibile mangiare buone portate a prezzi modici, potendo anche godere di piatti particolari ben oltre le abitudini turistiche.

Dopotutto, il nostro commensale era la dimostrazione stessa del fatto che anche i vecchi monachesi scelgono ancora Augustiner di Neuhauser Straße, il che è comunque una garanzia di qualità.

E’ dunque accompagnando un paio di Rindertartar ed Allgauer Tellern che riprovo con piacere quella che i monachesi stessi tendono a definire la miglior birra della città.

Biergarten della grande Braustube di Arnulfstraße

AUGUSTINER EDELSTOFF

La birra ci arriva nel più classico Maß di vetro, simbolo della città e dell’Alta Baviera tutta.

Una schiuma leggera di media persistenza fa da capolino ad una birra giallo molto chiaro e limpido.

La bevuta è fresca e frizzante, ma non tanto da risultare fastidiosa, dando credito alla possibilità della spillatura a caduta (sulla quale ho più di un dubbio).

Leggera e dalla punta dolce, si conclude con una coda secca e vagamente acidina.

Il corpo è di media intensità, lascia un vago sentore metallico, forse dovuto alla spillatura da botti di alluminio?

Il personale ha effettivamente negato la spillatura a caduta, ma sospetto un’incomprensione linguistica nel loro prendere alla lettera il concetto di “Holzfass”, ossia “barile di legno”, e se non era di legno ma di alluminio… è un dubbio che mi resterà fino al prossimo passaggio, nel frattempo posso concludere che si tratta di una birra semplice, un po’ troppo monotona rispetto alle birre complesse e dal sapore rustico cui sono ormai abituato, ma è comunque una bevuta fresca, dissetante e più che gradevole. Non si può certo passare da München senza fare un salto ad una qualsiasi Augustiner per consumare almeno un buon Maß di Edelstoff, questo è poco ma sicuro, si tratta di una buona birra, aldilà dei gusti, che ancora fa ben rispettare il proprio nome.

Costanza di produzione: invariabile.

Resa in bottiglia: buona.

Foto di Luca e Pamela Strali


 
 
 

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