IN BOTTIGLIA... AYINGER JAHRHUNDERT ZWICKL
- Parma
- 15 gen 2017
- Tempo di lettura: 4 min
IN BOTTIGLIA... AYINGER JAHRHUNDERT ZWICKL

Per tornare alla consueta rubrica delle birre in bottiglia, ci spostiamo a sud dell’Oberfranken, tornando alla più nota e turistica Oberbayern.
Ad una decina di chilometri a Sud di München si trova l’ormai noto (e già trattato su questo blog) birrificio di Aying, la prestigiosa Brauerei Ayinger, ritenuta da alcuni la migliore dell’Oberbayern. Si tratta per me di una vecchissima conoscenza, direi anzi che Ayinger è la produzione che meglio conosco in tutta la parte meridionale della Baviera, e tante sono state le volte che ho avuto l’occasione di visitare la fabbrica e la Braustuberl ufficiale, e sono sempre state visite eccezionalmente piacevoli.
Ayinger ha diversi meriti, primo tra tutti un metodo di produzione meno industriale rispetto alle sorelle monachesi, soprattutto grazie alla non pastorizzazione della birra, che grazie alla sola micro-filtrazione risulta un prodotto molto più naturale e di qualità superiore.
Nonostante sia un prodotto più di nicchia rispetto alle sei sorelle di München, è ormai ben diffusa anche in Italia, ed è facile reperire anche bottiglie in numerosi beershop, sia fisicamente, che online.
Ma esiste un prodotto, recentemente immesso sul mercato, che è possibile acquistare solo in bottiglia, ed unicamente presso lo shop del birrificio.
Si tratta della Ayinger Jahrhundert Zwickl, termine che, come chi ha già avuto occasione di sfogliare le pagine di questo blog saprà bene, identifica il tappo dei barili di legno in cui le Kellerbier vengono fatte maturare nelle cantine, e che da appunto il nome anche alle Kellerbier stesse in numerosi casi.
Ayinger ci ha già abituati a due birre analoghe di grande qualità, la ben conosciuta Kellerbier e la Frühlingsbier (birra stagionale della festa di primavera), quest’ultima in particolare rappresenta la mia preferenza massima in fatto di Ayinger.
C’è però un importante punto che va sottolineato… Kellerbier e Frühlingsbier non sono birre di cantina vere e proprie, ma si tratta di una Helles (la prima) ed una Jahrhundert (la seconda) semplicemente non filtrate, mentre in realtà il processo di produzione della Kellerbier prevede un procedimento particolare, che consiste appunto nella maturazione in botti in ambienti sotterranei ed umidi con la graduale apertura del tappo Zwickel (o Ungespundet) per farne uscire l’anidride carbonica in eccesso, ottenendo così una birra più morbida e liscia. Con la Jahrhundert Zwickel invece la ditta vuole proporre un prodotto creato secondo gli originali canoni delle birre di cantina, parlando a gran voce (e giustamente) di tradizione ed antiche ricette.
L’esclusività del prodotto ne è testimone, venduto in sifoni (grosse bottiglie) da due litri solo presso il negozio del birrificio.
Devo ringraziare il mio amico Luca del Marienplatz Braustube di Parma ed il buon Stephan di Ayinger per questa interessantissima scoperta, ed è per questo che nella mia ultima calata in terra altobavarese non mi sono fatto sfuggire l’acquisto di questo prodotto più unico che raro.
AYINGER JAHRHUNDERT ZWICKL
Nonostante le birre dell’Oberbayern nascano ormai per il formato Maß, questa tradizionale produzione alla vecchia maniera richiama a gran voce l’utilizzo di un Seidla, anche se non stiamo parlando di birra francone, è quanto di più vicino ad essa si possa trovare in Oberbayern.
Nel nostro boccale la birra risulta di un colore giallo poco intenso e leggermente scuro, quasi a ricordare la gradazione del thé.
A confermare il fatto che la Kellerbier non debba essere necessariamente torbida troviamo questa birra quasi limpida, con una schiuma bianca densa e persistente, sempre un ottimo segno.
Il primo sorso ci dimostra che stiamo avendo effettivamente a che fare con una Kellerbier vera e propria, ma man mano che la beviamo si trasforma in una birra più complessa di quanto ci si potesse aspettare.
In punta è briosa, ma lascia presto spazio ad un corpo posato e sufficientemente liscio.
Il centro è equilibrato e corposo, mentre in coda si presenta un dolceamaro secco ed asciutto.
I primi sorsi sono leggeri, ma man mano che si beve si fa sempre più pressante il dolceamaro che dal fondo diventa il corpo vero e proprio della birra, che assume sentori quasi agrumati, particolare insolito per questo tipo di birra. Attenzione… agrumato non significa aromatizzato, ma semplicemente che spiccano delle particolarità che rendono questa bevuta particolarmente intensa al punto da ricordare sapori più particolari riconducibili agli agrumi.
Non si può negare il fatto di trovarci di fronte ad una Zwickl, ma, come anche diverse Kellerbier franconi ci possono insegnare (su tutte mi viene in mente la Knoblach, eccezionale birra fresca ma dura come la roccia), questa tipologia di birra può presentarsi sia morbida e liscia, come anche dura e dal corpo massiccio, e questa produzione in particolare ha la capacità di includere entrambi gli aspetti. E’ certamente una birra di gran qualità, leggera nei primi sorsi, più impegnativa nei boccali successivi.
Potrebbe essere una birra un po’ impegnativa per chi è abituato a comuni Helles, ma certamente gli amatori con il palato un po’ allenato non dovrebbero farsi sfuggire questo prodotto unico e dall’altissima qualità.
Suggerisco in particolare di spartire la bottiglia con qualche amico di buona bocca, in modo da potervi gustare questa birra al meglio senza che diventi troppo intensa, mentre per gli amanti dei sapori più decisi può rappresentare solo che una delizia anche dopo qualche boccale.
In definitiva lo definirei, personalmente, un prodotto di eccezionale qualità ed al contempo particolarmente impegnativo. Assolutamente da provare.

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