MANN'S BRAU DUNKEL
- Bayreuth
- 4 apr 2016
- Tempo di lettura: 6 min


Bayreuth... siamo nel piccolo capoluogo dell'Oberfranken, una cittadina di poco più di settantamila abitanti poco distante dal confine con la Repubblica Ceca. Quando si pensa alla Franconia la prima città che viene in mente per notorietà in fatto di qualità birraia è, ancora prima della grande Nurnberg, la piccola e pittoresca Bamberg, famosa ai più per la sua birra affumicata (in realtà, come scopriremo, ben più apprezzabile per le Kellerbier).
La presenza di Bamberg, soprattutto a livello di fama internazionale (grazie anche alle bellezze di epoca medioevale) ha sempre messo un po' in ombra Bayreuth, più famosa per il Festspiel, il celebre festival dedicato a Wagner, che ha vissuto nella cittadina nel periodo all’apice della sua carriera.
Per gli intenditori di birra Bayreuth è però un vero gioiello, per me personalmente un punto fisso inarrivabile, se non, per gusti chiaramente personali, il miglior posto al mondo dove bere le più pregiate birre. Fui "trascinato" per la prima volta a Bayreuth dal mio desiderio di scoprire questa fantastica fetta di mondo birraio dalla sua produzione più famosa a livello internazionale (ed oggi ancora mia birra preferita), la Landbier dunkel della Aktien Bayreuther. La città però era famosa in tempi antichi per avere un'altissima concentrazione di privat brauerei (circa quaranta) che nel corso degli anni si sono però unite o hanno chiuso, lasciando però fino ai giorni nostri una selezione di piccoli birrifici privati dalla spiccato senso della tradizione, tutti dotati della loro personale braustuberl (o locanda) dove si può gustare la più tipica cucina locale. Questo è in effetti l'esempio più classico dell'antica concezione in cui la birra veniva prodotta nella locanda di famiglia, e non era il locale a procurarsi la birra altrove. Oggi che però questo tipo di produzione ovviamente non è più diffusa come un tempo, sono le piccole brauerei locali a distribuire nel quartiere e nei dintorni la propria birra ai ristoratori che non hanno una produzione propria... i quali non si riforniscono da grandi produttori di altre regioni o da colossi stranieri, ma dai birrifici cittadini.
I franconi bevono con orgoglio la propria birra di città e di quartiere, sostenendo economia e cultura cittadina. Una mentalità eccelsa e positiva sempre più rara e snaturata da globalizzazione ed annientamento culturale, un esempio mai abbastanza imitato, soprattutto da noi in Italia, e che dovremmo imparare a seguire con orgoglio.

Forse il più famoso tra i piccoli birrifici bayreuthesi è Mann's Brau, particolarmente rinomato per la sua dunkel, oltre che per la cucina estremamente rustica della sua braustuberl.
Situato in una traversa del corso principale del centro storico, facilmente raggiungibile a piedi da ogni parte del centro, si presenta sulla facciata di un vecchio edificio, con la classica rusticità dei tavolini in legno sul largo marciapiede e nel borghetto laterale che fa angolo al locale.
All’ingresso troviamo una bacheca che contiene le birre in bottiglia ed alcuni gadgets del locale acquistabili in loco, come magliette, cappelli e, ovviamente i Saidla del birrificio.
All’interno il locale è piccolo, seppur diviso in tre salette, ciononostante grazie anche ai tavolini all’aperto (che diversi bayreuthesi non evitano certo di utilizzare anche nei periodi più freschi) può ospitare comunque un discreto numero di persone. Nella sala principale, con mobili in legno chiaro e decorazioni floreale semplici e rustiche, domina la tradizionale stufa a muro verde, che si può trovare in moltissimi locali bavaresi, segno inconfondibile di un’appartenenza che fa immagine e marchio di fabbrica. Di fronte alla stufa si trova un tondo stammtisch, il tavolo riservato ai clienti abituali che si uniscono convivialmente ad ogni ora del giorno. In Franconia, come in Baviera, è normale sedersi al tavolo con altre persone, quando non vi sono tavoli più ristretti è normale per i locali sedersi a tavola insieme, previa gentile richiesta.
Spesso sono loro stessi ad invitarti, e la cosa non rappresenta mai ne un disturbo ne un invadenza, sono sempre tutti molto gentili e sono più che felici di intraprendere una chiacchierata con i compagni di tavolo, anche se a volte i limiti linguistici possono rappresentare un intoppo, fanno sempre del loro meglio per farsi capire anche se a volte non parlano neanche l’inglese.
I franconi sono un popolo gioviale ed amichevole, sempre pronti al sorriso ed a farsi una bella risata in compagnia… una tradizione molto piacevole è quella del saluto in osteria… quando arrivano e quando se ne vanno, gli avventori sono soliti a dare una bussatina sui tavoli di tutti i presenti nella stanza (e dei conoscenti nelle altre stanze) come segno di saluto, si tratta di un gesto così naturale per loro che lo fanno spesso anche sul nostro tavolo, pur riconoscendoci come stranieri, e ci rispondono con gioia quando, dopo qualche birra d’incoraggiamento, anche noi al momento di andarcene facciamo il giro dei tavoli per salutare con una sonora bussata.
Nei mesi freddi, quando non si può godere dei tavolini all’esterno, spesso a pranzo passa una gentile signora del locale ad offrire bicchieri di gluwein, il rinomato vino caldo locale, simile al vin brulè, che, almeno nelle occasioni in cui è capito a noi, è stato offerto dalla casa.
Il menù è semplice e diretto, con modifiche frequenti in base al piatto del giorno, che può essere trovato anche all’ingresso descritto sulla classica lavagnetta appoggiata a terra, altra caratteristica diffusa.
Oltre alle classiche portate, la speisekarte offre piatti particolari della zona in base alla stagione, al mese o alla giornata particolare, come il klosstag, in cui servono sempre in abbondanza i tipici kloss, palle a base di patate e burro (con moltissime varianti) che rappresentano un must della culinaria bavarese e francone.
Ma veniamo alla birra…

La taverna di Mann’s Brau offre una doppia produzione, la loro birra viene infatti ormai prodotta insieme alla “sorella” Becher Brau (altro splendido gioiello cittadino) nel suo birrificio.
In questo modo, oltre alla Mann’s Dunkel ed alla Mann’s Bock (stagionale), si può sempre trovare la Becher Brau Kreussenpils, una pils torbida molto particolare di cui parleremo in seguito, oltre alla Becher Original in bottiglia ed alle Weisse in bottiglia della Maisel.
E’ così che, mentre mi gusto un abbondante leberkase (piatto bavarese simile ad un polpettone con uovo) posso dissetarmi con la mia rinomata Mann’s Dunkel.

Abituati ai prezzi italiani, dove in una buona birreria dobbiamo pagare cinque soldi per una media di Paulaner o Augustiner (per non parlare di quei posti dove devi pagare lo stesso per una 33cl di…), si rimane a bocca aperta quando si scopre che in questi locali franconi un Saidla (50cl) nel peggiore dei casi costa 2,70… e nel caso di Mann’s ancora meno.
Dopo appena due minuti dall’ordine alla cameriera (a volte molto gentile ed espansiva, altre un po’ più fredda, dipende dai casi) mi consegnano il mio boccale schiumante.
Il Saidla di Mann’s è basso e tondeggiante, caratteristica che si sposa bene con le dunkel locali, esaltandone il sapore ed il mantenimento della freschezza.
La birra si presenta di un colore marrone rossastro molto scuro, con una schiuma densa, persistente ed invitante.
E’ una bevuta briosa, non stantia come capita con certe dunkel più ferme, il corpo è ben tostato e risulta dolce al palato senza però esagerare.
Il retrogusto corposo della tostatura si equilibra perfettamente con il dolcino di fondo ed una coda leggermente amara ma mai fastidiosa, ma che anzi attribuisce maggior carattere alla birra.
E’ una dunkel corposa, la cui tostatura equilibrata ed il gusto rotondo consentirebbero di berne a litri senza stancarsi.
Come è usanza in queste piccole braustuberl rustiche, ogni volta che ordino un nuovo Saidla la cameriera fa un segnetto con la penna sul mio sottobicchiere, differenziando unicamente il formato, che in Franconia si divide solo in Saidla e bicchiere da 0,25l, anche se personalmente non ne ho mai visto uno al mio tavolo. Dopo numerosi segni di penna sul mio sottobicchiere mi posso alzare soddisfatto e per niente appesantito da una birra eccellente, certamente una delle migliori mai bevute, e non solo nella sua categoria.
L’unica problematica che ho potuto notare è stato nella versione in bottiglia… purtroppo è noto nell’ambiente birraio che la differenza tra spina e bottiglia è spesso marcata nelle birre franconi (anche se fortunatamente non in tutte, come potrò spiegare in seguito riguardo a molti casi), infatti mi è capitato di bere alcune Mann’s dunkel da bottiglie importate, e la birra è risultata più piatta e meno briosa rispetto a quella servita alla spina, ma questo può dipendere sia dal lotto di produzione, che dall’esportatore, che dal viaggio che il prodotto ha intrapreso per arrivare fino a me… mi riservo quindi di provarla in bottiglia in altre occasioni per rivalutare eventualmente il mio giudizio.
Non si tratta comunque di un difetto della birra, che resta ad oggi la mia seconda dunkel preferita di sempre.
Costanza di produzione: mediamente varia, sempre di alta qualità, sempre molto fresca, a volta più tostata.
Resa in bottiglia: Non rende giustizia alla versione alla spina, in bottiglia perde molto.

Comments